Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.)

Mortale

CAPPELLO 60-120 (150) mm, emisferico, quindi convesso, infine disteso-appianato; percorso radialmente da fitte e fini fibrille, sovente ricoperto da lembi membranacei bianchi, residui del velo generale; di colore verdastro, verde olivastro, giallo-bruno verdastro, più chiaro all’orlo che è liscio.

LAMELLE libere, un po’ ventricose, fitte e sottili, piuttosto larghe; bianche.

GAMBO 75-120 (150) × 10-22 mm, progressivamente attenuato verso l’apice, caratteristicamente decorato da bande disposte a zig-zag di colore giallo olivastro su fondo bianco; pieno, poi farcito-midolloso; bulboso alla base dove è ricoperto da una VOLVA a sacco, membranacea, abbastanza sottile, aderente al bulbo ma libera all’orlo dove, di norma, è rotta in lacinie, bianca.

ANELLO posizionato piuttosto in alto, disposto a gonnellino, abbastanza sottile, bianco, ± persistente.

CARNE prima soda, presto molliccia, bianca, appena sfumata di verdastro sotto la cuticola; da subinodora a un poco maleodorante; gli esemplari vetusti olezzano d’acqua putrida (acqua di fiori vecchia); sapore non significativo.

MICROSCOPIA: spore da largamente ellissoidali a subglobose, 9-11,3 × 7-9 µm; amiloidi.

HABITAT: fin dall’estate nei boschi di latifoglie (eccezionalmente di conifere?) dove pare preferire querce, castagni e faggi; si spinge anche ad altitudini elevate dove di regola si associa col Nocciolo. Molto comune e diffusa.
NOTE – È la causa del maggior numero di decessi per avvelenamento da funghi. Viene (incredibilmente!) scambiata con le Russule verdi dalle quali si distingue per una serie di caratteri di prim’ordine: la presenza di volva alla base del gambo, la presenza di anello, le lamelle libere, l’eterogeneità fra cappello e gambo, la decorazione a bande cangianti dello stipite, la carne non gessosa.

In natura si incontrano numerose varianti cromatiche, fino ad una forma completamente bianca, la f. alba.