CICLO DI RIPRODUZIONE
Forse non tutti conoscono l’importanza che i funghi ricoprono negli ecosistemi che regolano la buona salute dei boschi e dei prati. Attraverso due semplici disegni ecco sinteticamente spiegato questo fondamentale e misconosciuto concetto.
Iniziamo riferendoci a un carpoforo adulto; il disegno mostra un esemplare sviluppato di Amanita caesarea, si noterà che dalla zona sottostante il cappello (imenoforo, in questo caso costituito da lamelle) si disperde una “nube” di minuscole particelle. Si tratta delle spore, in realtà non visibili ad occhio nudo, piccolissime cellule in grado di germinare e perciò simili a semi, le quali, una volta giunte a giusta maturazione, abbandonano il corpo fruttifero che le ha generate e ospitate, per intraprendere il lungo, e sovente impietoso, cammino della riproduzione. Ogni singola spora, una volta giunta a dimora (terreno o altro substrato idoneo), germina; produce infatti un filamento composto da cellule filiformi dette ife, che prende il nome di MICELIO PRIMARIO. Questi, in realtà, è la vera pianta-fungo, ma a questo stadio è incapace di fruttificare. Affinché il micelio possa acquisire la capacità di produrre frutti, occorre che si verifichi un nuovo evento: bisogna che si formi un MICELIO SECONDARIO, ovvero l’unione di due miceli primari originati da spore di carica sessuale opposta. Nel disegno si osserva un micelio primario (azzurro) originato da una spora di carica +, che si incontra e si unisce ad un altro micelio primario (giallo) originato da una spora di carica -, costituendo così una pianta fertile, ovvero il micelio secondario (verde).
Il micelio secondario, che d’ora in avanti chiameremo semplicemente micelio, si diramerà estendendosi fino a ricoprire alcune decine di metri quadrati e, quando se ne presenteranno le condizioni favorevoli, potrà fruttificare producendo nuovi carpofori (in questo caso, basidiomi).
Da quanto rapidamente esposto emergono alcuni elementi piuttosto significativi; si comprende anzitutto che quello che impropriamente chiamiamo solitamente fungo, altro non è che il frutto (al pari di una mela o di una pera) del “vero” fungo, ossia il micelio.
Si capisce anche perché ogni fungo produca tante spore: poiché l’evenienza che dalla sporulazione possa verificarsi la formazione di un nuovo micelio secondario è assai scarsa, e inoltre si terrà presente che la fruttificazione stessa (la comparsa di nuovi carpofori) è condizionata da talmente tante concause (ancor oggi in gran parte da scoprire) che sovente il micelio, pur vegetando per decine d’anni, può “rifiutarsi” di fruttificare per stagioni e stagioni.
Può sembrare incredibile ma i funghi sono stati creati per “mangiare” e non per essere mangiati! Alludiamo al sistema di nutrizione dei miceli, qui troverà risposta l’ingenua, ma pur legittima domanda: «A cosa servono i funghi e perché è indispensabile rispettarli?».
Affrontiamo l’argomento con la medesima semplicità ma avvertiamo che in questo capitolo risiede la vera introduzione alla micologia, il conoscere alcune specie ne è solo una semplice conseguenza.