SINDROMI A BREVE LATENZA
Sindrome muscarinica:
Specie responsabili: Clitocybe bianche “gruppo dealbata” tra cui, Clitocybe cerussata, C. dealbata, C. rivulosa e molte altre; numerose Inocybe, tra cui I. asterospora, I. praetervisa, I. geophylla, I. rimosa (= I. fastigiata) e altre ancora.
Latenza: da 15-30 minuti a 4 ore circa.
Principali sintomi: disturbi gastrointestinali (nausea, vomito alimentare, diarrea, dolori epigastrici), sudorazione profusa con ipersecrezione di liquidi da naso, bocca e bronchi, disidratazione, tremori, brividi, restringimento della pupilla e rallentamento del ritmo cardiaco (miosi e bradicardia), ipotensione e, talvolta, collasso cardio-circolatorio.
Sindrome panterinica:
Specie responsabili: Amanita pantherina e A. muscaria , loro varietà e forme; è sospetta A. junquillea (= A. gemmata).
Latenza: da 15-30 minuti a 4 ore circa.
Principali sintomi: disturbi neuropsichici (euforia, ebbrezza, collera, stato confusionale), dilatazione e restringimento della pupilla a fasi alterne, incoordinazione dei movimenti volontari, eccitazione o depressione del sistema nervoso centrale, possibili convulsioni, raramente morte.
Sindrome psilocibinica e psicotropa:
Specie responsabili: Pluteus salicinus, Inocybe aeruginascens, numerose specie dei Generi Panaeolus e Psilocybe; sono sospette Gymnopilus junonius (= G. spectabilis), Mycena pura, sue varietà e taxa affini, alcune Stropharia, Conocybe e Cortinarius infractus.
Latenza: da 15 minuti a 2 ore circa.
Principali sintomi: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti) formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
Sindrome coprinica:
Specie responsabili: Coprinus atramentarius e specie affini; sono sospette Clitocybe clavipes, Boletus luridus e Coprinus micaceus.
Latenza: da 2-6 a 48 ore e più, in concomitanza con l’assunzione di bevande alcoliche.
Principali sintomi: analoghi a quelli prodotti da antabuse: arrossamento della cute (eritema) prevalentemente di viso, collo e cuoio capelluto, tachicardia, ipotensione, vertigini, perdita delle forze, sudorazione e stordimento.
Sindrome gastroenterica e lassativa:
Si tratta di intossicazioni di solito passeggere e a conclusione benigna; la cui gravità varia dai banali fatti lassativi a situazioni ben più virulente e gravi; responsabili sono una lunga serie di funghi dichiarati “tossici”.
Specie responsabili: Entoloma sinuatum (= E. lividum), E. vernum, E. niphoides, E. rhodopolium, E. nidorosum; Tricholoma pardinum (= T. tigrinum), T. josserandii (= T. groanense), T. sulphureum; Omphalotus olearius; Macrolepiota venenata; Boletus satanas; Hypholoma fasciculare e H. lateritium; Hebeloma sinapizans, H. crustuliniforme e altre congeneri; Agaricus romagnesii e gli Agaricus del gruppo xanthodermus; Russula e Lactarius acri; Ramaria pallida e R. formosa; tutti gli Scleroderma e i Choiromyces; Sarcosphaera crassa. Molte altre specie sono quanto meno sospette.
Intossicazioni analoghe si sono riscontrate anche in seguito al consumo di specie normalmente dichiarate “commestibili”: in particolare, Clitocybe nebularis, Armillaria mellea s.l., Macrolepiota del gruppo rhacodes, Leucoagaricus leucothites (= Lepiota naucina) e persino i Boletus del gruppo edulis.
Mentre per le prime è ormai accertata almeno una tossicità di tipo termolabile, per L. leucothites pare si possa asserire che il fungo, abitudinario di parchi e giardini anche urbani, sia veicolo di una tossicità indotta e assorbita da terreni inquinati. Sconcertano, ma occorre prenderne atto, le problematiche insorte relativamente al consumo dei porcini…
Latenza: talvolta già alla fine del pasto, di norma entro 6-8 ore, ma per A. mellea s.l. e C. nebularis, la latenza può raggiungere le 10-12 ore.
Principali sintomi: data la quantità di specie responsabili, la sintomatologia può variare notevolmente: da semplice dissenteria a coinvolgimento di tutto l’apparato gastrointestinale con nausea, vomito, cefalea, vertigini, sudorazione, dolori epigastrici etc. Per quanto concerne le intossicazioni da A. mellea s.l. e da C. nebularis la sintomatologia prevede prevalentemente: vomito, diarrea, dolori e crampi addominali a volte con frequenza e intensità tali da simulare una sindrome falloidea che impone un trattamento aggressivo in attesa e/o in mancanza di riconoscimento micologico.
Infine ribadiamo: limitate il consumo di funghi e, soprattutto, sottoponeteli a opportuna cottura.
Testo tratto da Atlante fotografico dei funghi d’Italia vol. 1, edito dal Centro Studi Micologici dell’A.M.B.